Fino al 22 settembre le opere dell’artista in mostra Gaggenau DesignElementi Hub
Qual è lo spazio e il ruolo della fotografia nella “società dell’immagine” contemporanea? La risposta a questo quesito è il punto di partenza di tutta la ricerca artistica di Davide Tranchina, protagonista della mostra Cieli Impossibili aperta al Gaggenau DesignElementi Hub fino al 22 settembre. La mostra Cieli Impossibili di Davide Tranchina è infatti incentrata sul tema della distanza e dell’utopia: esposte quindici opere, per lo più inedite, realizzate attraverso la tecnica dell’off-camera che ha reso celebre l’artista a livello internazionale.
Davide Tranchina è il fotografo dell’utopia. Le opere in mostra sono caratterizzate da linee e colori che portano lo spettatore a vedervi immagini di orizzonti, albe o tramonti. In realtà ciò che vede lo spettatore, come spesso nel lavoro di Tranchina, non esiste e non è mai esistito, sono cieli “volutamente” impossibili.
– Sabino Maria Frassà, curatrice della mostra Cieli Impossibili di Davide Tranchina
L’artista, nato a Bologna nel 1972, innesca un cortocircuito sensoriale tra figurazione percepita e realtà registrata che provoca, in misura maggiore rispetto ai precedenti lavori più mimetici, una vertigine non solo per la distanza tra noi e il cielo, ma anche per l’ambiguità stessa dell’immagine: il “come se” spinge lo spettatore a domandarsi se ciò che vede sia realmente un orizzonte o meno.
È lampante come per Tranchina l’arte e la fotografia non registrino ciò che l’essere umano riesce a percepire, quanto una realtà ontologica. L’arte fornisce gli elementi per vedere ciò che l’occhio umano – inteso come organo – da solo non riesce a cogliere. È riduttivo e tecnicamente sbagliato definire i Cieli Impossibili di Davide Tranchina “scatti fotografici”, perchè sono immagini universali che colgono e danno forma all’inconscio archetipico dell’essere umano.
Davide Tranchina ha cominciato nel 1999 a presenta il suo lavoro in gallerie d’arte contemporanea e spazi pubblici. Nel 2003 ha esposto allo Spazio Aperto della Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Nel 2009 è stato invitato alla Prague Biennale. La ricerca, 40 notti a Montecristo, è stata presentata in anteprima alla mostra Perduti nel paesaggio, presso il MART di Rovereto nel 2014. Le sue immagini sono state inserite in pubblicazioni sulla fotografia italiana e internazionale. È vincitore di numerosi premi d’arte contemporanea.
Crediti: ©Francesca Piovesan
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