I gioielli artigianali di Floema no-gender dallo stile minimal e personalizzabile
La “slow jewellery” rappresenta oggi un concetto chiave: il tempo, inteso in questo caso come momento necessario alla lavorazione, torna ad essere un valore a cui dare il giusto peso sia in termini economici che etici. C’è esigenza ormai diffusa di abbattere la serialità e il consumismo, necessità che si è fatta ancor più sentita in seguito al rallentamento imposto dalla pandemia da Covid19. Il brand fiorentino di gioielli artigianali gender fluid adotta come concetto chiave proprio quello di “slow jewellery”, accompagnato da tre elementi caratterizzanti, quali artigianalità, eleganza e originalità.
I gioielli artigianali di Floema: il satellite che ruota attorno al tuo dito
Un gioiello no gender, fatto a mano, minimal e personalizzabile, addirittura trasformabile a seconda dell’umore e dell’outfit. Floema, jewellery brand fiorentino fondato dalla giovane orafa Valentina Caprini. Il nome Floema trae origine dal tessuto vascolare delle piante, che trasporta la linfa vitale dalla terra ai rami, facendo sbocciare fiori e frutti. La passione di Valentina Caprini affonda le radici invece nella tradizione sartoriale che ha legato le figure femminili della sua famiglia. Oggi, attraverso un lungo processo di lavorazione, Valentina tesse sottili fili d’oro e d’argento e li salda con il fuoco, usando l’antichissima tecnica della filigrana italiana, per creare gioielli leggeri come l’aria.
Ogni creazione è un pezzo unico, realizzato in un piccolo laboratorio con strumenti che risalgono ai primi del ‘900. Attraverso il suo lavoro, inoltre, Valentina Caprini intende valorizzare un concetto di bellezza universale, a prescindere da uno standard socialmente accettato. L’impegno sociale è testimoniato anche dalla partnership con Plan International, associazione attiva per contrastare il fenomeno delle spose bambine nel mondo, a cui Floema dona parte dei suoi frutti.
L’ultima novità è l’anello Febe, un compagno di vita leggero e discreto, capace di adattarsi a un’esistenza fluida e in costante divenire. Un anello in argento dalla forma lineare, che ospita due pietre preziose diverse a scelta tra un diamante, un rubino, uno zaffiro o uno smeraldo. Le due pietre sono incastonate ai due poli opposti, in modo che chi lo indossa possa decidere quale mostrare sul dorso della mano e quale eclissare sul palmo, in base all’umore, all’orario della giornata o all’outfit. L’anello prende il nome dal satellite più luminoso di Saturno: così come fa il satellite attorno al pianeta, ruota fedelmente attorno al dito di chi lo indossa.
B.A.
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Foto: Ufficio stampa
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