Milena Salvemini è la fondatrice del brand 100% Made in Italy, MargheritaB
Le idee vincenti nascondono dalle esigenze più semplici. Il brand dall’essenza 100% Made in Italy, fondato da Milena Salvemini, vince la concorrenza con la forza di un binomio vincente: qualità e colore. La ricercatezza dei materiali, frutto di collaborazioni con aziende e laboratori sparsi per l’Italia, incontra un caleidoscopio di allegre tonalità. Un brand che seppur nella sua semplicità e freschezza riesce ad esaltare e evidenziare la femminilità in ogni suo aspetto. Su Luxury Prêt-à-porter, il racconto di MargheritaB attraverso le parole della sua fondatrice.
Milena Salvemini: MargheritaB e il successo inaspettato durante la pandemia
Come e quando è maturata in lei l’idea di aprire un brand tutto suo?
Per una pura esigenza concreta, perché non trovavo mai quello che volevo. Ho iniziato con il cashmere, ma volevo capi coloratim che fossero più attuali – perché fino a 15 anni fa il cashmere esisteva solo in tonalità neutre come beige, grigio, bianco, con un’impostazione troppo classica. Quindi ho iniziato confezionando vestiti per me poi da lì è nata l’idea di fare un cashmere super colorato con una chiave più moderna.
Questo amore per il colore da dove nasce?
Io sono di Procida e ho sempre visto – per fortuna – la vita molto colorata. Mi rendo conto di avere avuto un grande privilegio perché ho sicuramente avuto un’infanzia libera, colorata, fatta di spensieratezza, piena di valori semplici ma preziosi.
Il suo passato da modella l’ha aiutata nella realizzazione di questo progetto?
Assolutamente si, mi ha aiutato, senza dubbio, nei dettagli, nella ricerca del bello. Ho lavorato con grandi maestri e, in silenzio, ho sempre guardato da lontano quello che facevano e come lo facevano e ciò mi ha ispirato.
Se dovesse scegliere tre aggettivi per descrivere il suo fashion concept, quale sceglierebbe?
MargheritaB è attuale, fresca, colorata, possiamo dire anche calda. Avevo l’esigenza di essere a posto tutto il giorno – dalla colazione all’aperitivo – con vestiti belli, ma caldi. Il brand è nato soprattutto da questa esigenza. Si nota, infatti, che per ogni accessorio proposto è possibile interpretarlo per qualsiasi occasione, magari cambiando solo le scarpe, la borsa o l’orecchino. La versatilità è essenziale.
La punta di diamante di MargheritaB è la sua essenza 100% Made in Italy, come si articola il processo della filiera di produzione?
La produzione è seguita a 360 gradi da me: scelgo i tessuti, o nel caso dell’invernale, scelgo il filo, le aziende con cui collaborare: tutte aziende leader 100% italiane – ci tengo a sottolinearlo – perché ce n’è sono sempre meno e che, in questo preciso momento, stanno affrontando delle difficoltà incredibili. La seta viene presa da Como, il cashmere da un laboratorio di Perugia, lino è tutto Made in Italy; collaboriamo con laboratori sparsi in giro per l’Italia. Per me è fondamentale collaborare con realtà del territorio, infatti siamo alla continua ricerca di nuove aziende e piccole attività.
Ciò che colpisce del brand è anche la modalità di vendita esclusivamente via social, come mai avete fatto questa scelta?
L’idea era quella di abbattere il più possibile i costi, per quanto possibile. Perché un Made in Italy ha dei costi onerosi, quindi passare attraverso altri negozi sarebbe diventato insostenibile, in termini economici. A questo punto ho deciso di mettermi in gioco – un po’ costretta anche dalla situazione Covid – perché il brand nasce connesso alla realizzazione di alcuni eventi in giro per l’Italia, in cui cercavo di tagliare al massimo le spese per offrire un prodotto al top. La mia grande fortuna è stata Instagram, dove ho scelto di accogliere questa nuova sfida e devo dire che i risultati sono stati incredibilmente ottimi.
Secondo lei, a che cosa è attribuibile il successo del suo brand?
Penso sia dovuto sicuramente all’alta qualità dei prodotti e anche al rapporto qualità-prezzo. Purtroppo nella realtà di oggi, ci sono negozi che propongono capi dal costo molto alto ma, leggendo nell’etichetta, non è mai 100% cashmere o 100% lino.
Nel suo team c’è una predominante componente femminile, è stata una scelta voluta o un caso?
Un po’ entrambe, perché da un lato noi donne siamo pazzesche. Poi la donna per quanto riguarda tutto ciò che è manuale ha sempre una marcia in più rispetto all’uomo. Sicuramente per me è importante valorizzare la figura della donna per far sentire che siamo pari a tutti gli altri.
Quali sono i progetti futuri dell’azienda?
A breve scatteremo la collezione invernale e le donne saranno valorizzate ancora di più, soprattutto la figura della donna giovane. Sto cercando di far lavorare il più possibile menti giovani: ho scattato tutta la campagna precedente con un ragazzo giovanissimo, avevo tutti contro perché non aveva neanche 18 anni e neanche una grossa esperienza. Ma di questo vado veramente fiera.
Sara Radegonda