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Montecucco, un esempio virtuoso di sostenibilità 

Il vino dalle origini storiche ma che oggi incontra una visione green

Una storia che parte da lontano al confine tra l’Etruria settentrionale e meridionale, visibile da tutto il territorio etrusco, l’oramai spento vulcano Amiata rappresentò, oltre che dimora, anche luogo di culto per eccellenza. Oggi l’Amiata si è trasformato in un sibolo di sostenibilità ambientale e in un marchio di garanzia per un ottimo vino. La vocazione green è un argomento molto discusso negli ultimi anni, ma tra i produttori del Montecucco questo approccio ha preso subito questa direzione, sin dalla fondazione delle cantine biologiche, molte delle quali non hanno nemmeno mai visto un momento di conversione ma sono nate proprio con questa filosofia.

Foto: PR Consorzio Tutela Vini Montecucco

Montecucco Consorzio: un gioiello incontaminato

Il Montecucco è un gioiello ancora incontaminato la cui produzione è ammessa nei sette comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano, tutti della provincia di Grosseto. Tra i filari del Montecucco, dove tra l’altro troviamo le rese per ettaro tra le più basse in assoluto, si pratica una viticoltura sostenibile, da sempre. Per dare maggiore coerenza e concretezza ad un approccio produttivo che caratterizza questa regione vinicola sin dai suoi albori, negli ultimi mesi il Consorzio di Tutela si è impegnato in un lavoro di ricerca e raccolta dati attraverso un’indagine svolta allo scopo di ricavare la percentuale di produzione in conversione e biocertificata all’interno del Montecucco. I risultati emersi rivelano che ben l’85% della produzione dei soci è certificato bio e il 2% in conversione, sono delle percentuali altissime.

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Vuoi perché le vigne furono impiantate su terreni non coltivati o abbandonati, vuoi perché, oltre ad essere una scelta etica, quella del Montecucco è sempre stata una strada “obbligata”, considerate le condizioni naturalmente favorevoli per la viticoltura dovute sia alla vicinanza al Mar Tirreno, sia alla protezione del Monte Amiata. Oggi siamo di fronte a un territorio integro: non si parla solo di vigneti, ma anche di originalità del territorio, di rispetto della biodiversità, di pratiche agronomiche in armonia con l’ambiente, di studi e di ricerche volte al miglioramento e all’innovazione.

Foto: PR Consorzio Tutela Vini Montecucco

 

Il lavoro ‘pulito’ in vigna e in cantina è proprio nel DNA di questo territorio. I risultati di questa indagine, che ci ha impegnato molto negli ultimi mesi, ci porta non solo ad avere un riconoscimento di territorio ecosostenibile, ma ci incentiva a fare sempre meglio, considerato anche il numero di aziende attualmente in conversione: l’obiettivo è avere il 100% di produzione biologica. Il nostro territorio è naturalmente vocato alla sostenibilità, e siamo certi di poter ottenere risultati ancora migliori di questi. Il mio impegno come azienda parte naturalmente dalle buone pratiche agronomiche, come la lotta biologica e l’utilizzo di prodotti naturali per favorire una maggior resistenza della vite, come l’utilizzo di un’alga della costa atlantica del Canada dalle proprietà benefiche, agli impianti fotovoltaici in cantina e alla bioedilizia.

Giovan Battista Basile

Per raggiungere questi risultati virtuosi, e obiettivi futuri ancora più ambiziosi, sono fondamentali i metodi ecocompatibili di controllo delle avversità, a partire dall’utilizzo di mezzi biologici e non chimici e dalle buone pratiche agronomiche. Ma non solo. Le aziende della DO Montecucco, infatti, sono in prima linea anche nella promozione di studi e progetti di ricerca per l’innovazione nell’ambito dell’ecosostenibilità ambientale, portati avanti con importanti Istituti e Centri Universitari a livello nazionale

Foto: PR Consorzio Tutela Vini Montecucco

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