Trentuno anni di onorato servizio, anzi onoratissimo. Un servizio che ha, di fatto, garantito un aiuto veramente importantissimo a tutto il settore dell’astronomia, permettendo di fare dei passi in avanti da gigante soprattutto in merito alla misurazione dell’universo osservabile, fornendo una serie di dati che hanno permesso agli scienziati di appurare un diametro che si aggira intorno a 93 miliardi di anni luce.
Certo, la realtà effettiva è che l’universo è così ampio che probabilmente l’uomo non riuscirà mai a sapere quanto è davvero grande. Però questo dato è già un primo risultato eccezionale nel campo dell’astronomia. E una misurazione del genere è stata possibile anche grazie al grande lavoro che è stato svolto dal telescopio spaziale Hubble, lanciato in orbita nel corso del 1990.
Per capire un po’ meglio di cosa stiamo parlando, bisogna fare riferimento a un aspetto che, spesso e volentieri, lascia davvero senza parole. Ad esempio, il fatto che l’universo è talmente vasto che la luce non riuscirà a viaggiare da un confine all’altro prima che l’universo finisca. Tenendo conto che la luce viaggia a una velocità pari a 300 mila chilometri al secondo, questi calcoli portano a pensare che il termine dell’universo osservabile non arrivi prima di 200 miliardi di anni all’incirca.
Hubble, che successo!
Ebbene, come dicevamo in precedenza, se gli scienziati sono stati in grado di effettuare la misurazione dell’universo osservabile, parte del merito va data anche a tutta quella ingente mole di dati che è stata raccolta da parte del telescopio spaziale denominato Hubble, che è stato lanciato in orbita nel corso del 1990.
Sul blog del casinò online di Betway, a raccontare le gesta di questo pazzesco telescopio spaziale ci ha pensato un ospite d’eccezione, ovvero il professor Steven Hawley. Nel caso in cui non sappiate chi sia, è sufficiente dare uno sguardo al team che si occupò nel 1990 di lanciare in orbita Hubble e capirete in men che non si dica che non c’è miglior esperto di Hawley nel narrare le imprese di questo pazzesco strumento astronomico.
Hubble, infatti, ha avuto davvero un ruolo di primo piano nel campo dell’astronomia, soprattutto per via del fatto che ha consentito di ottenere una serie imponente di dati e informazioni che riguardano un po’ tutto l’universo e non solamente le nebulose e l’atmosfera terrestre, come si pensava in un primo momento.
Adesso tocca a Webb
Ora, come raccontato dal professor Hawley nel corso di una bella intervista rilasciata al blog L’insider, è arrivato il momento per Webb di entrare in orbita, ma con qualche differenza, e andare a prendere il posto lasciato libero da parte di Hubble.
In realtà, come si può facilmente intuire, in questo avvicendamento di telescopi spaziali, fondamentali per l’astronomia mondiale, ci sono diversi aspetti che differiscono. In primo luogo, il riferimento non può che essere alle dimensioni. Se Hubble era grande all’incirca quanto un trattore agricolo di notevoli dimensioni, con Webb si arriva a toccare proporzioni decisamente più importanti. Con 22 metri di lunghezza e 12 metri di larghezza, infatti, questo telescopio spaziale somiglia, come grandezza, all’incirca a metà Boeing 737.
Hawley ha rivelato, nel corso della chiacchierata, quanto fosse complicata la missione che prevedeva il lancio in orbita di Hubble e quanta responsabilità avesse sulle sue spalle. Non solo, dal momento che un po’ tutto il percorso per diventare astronauta è molto più arduo e complicato di quello che si potrebbe mai pensare. Infine, rispondendo alla domanda sulla gravità nello spazio e la gestione del proprio corpo, ha sottolineato come non sia un’esperienza così elettrizzante come pensano in tanti, soprattutto quando hai diverse attività da portare a termine e non tutto il tempo di questo mondo, anzi dell’universo.