MetaVanity, un nuovo progetto editoriale senza precedenti
Viviamo in un mondo sempre più rivolto al digitale e anche se parole come blockchain, NFT, e metaverso ci appaiono ancora poco chiare presto faremo esperienza diretta in prima persona di questi concetti, facendoli nostri. Così, il colosso dell’editoria, Vanity Fair, ha deciso di giocare d’anticipo e si è addentrato all’interno di questa nuova dimensione già da un anno. Il digitale rappresenta una nuova opportunità, uno spazio che amplifica la capacità di raccontare storie. Un panorama editoriale inedito per rinnovare informazione e intrattenimento. Tutto questo è MetaVanity, il primo museo di Vanity Fair nel Metaverso, un avamposto culturale presentato all’interno della cornice della Biennale Arte di Venezia. MetaVanity è il terzo capitolo dell’avventura di Vanity Fair nel nuovo spazio virtuale. Il primo è arrivato lo scorso anno, con la copertina in NFT dedicata a Elodie; il secondo è avvenuto lo scorso febbraio, con il debutto di Vanity Player One, l’avatar del giornale protagonista di un servizio moda. Il terzo, MetaVanity, propone un progetto ancora più ambizioso.
MetaVanity è luogo dove conoscere e sperimentare, costruito traendo ispirazione dall’edificio del Pantheon di Roma. Si articola in un imponente spazio centrale, sormontato da una cupola aperta come nel monumento originale, e 12 ambienti espositivi dove vivere inedite esperienze di conoscenza e intrattenimento. All’interno si svela una grande mostra: protagonisti, 19 nomi tra i più importanti e conosciuti della scena artistica digitale e crypto internazionale. I visitatori potranno muoversi tra le loro opere e le loro installazioni liberamente, e fruirne secondo modalità impensabili in un ambiente culturale tradizionale. “In questo spazio, dove la creatività non ha confini, si celebreranno tutte le eccellenze, le unicità e le storie che da sempre Vanity Fair racconta nelle sue pagine, sui suoi siti, nei suoi canali social. Questa mostra è solo l’inizio, il preludio di un’opera che vuole essere la frontiera di una nuova evoluzione dell’esperienza, della conoscenza, dell’informazione e dell’intrattenimento”, ha dichiarato Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair.
Vanity Fair metaverso: presenti 19 artisti della cripto arte internazionale
MetaVanity è stata realizzata in collaborazione con Valuart, partner di Vanity Fair sin dall’inizio di questa avventura digitale. Per visitarlo, basta scaricare sui propri dispositivi elettronici l’app Hadem, disponibile gratuitamente su tutte le piattaforme. Hadem è stata programmata interamente in Unreal 4 (motore grafico di Epic Games, azienda che ha sviluppato il celebre videogioco Fortnite) così da regalare un magnifico impatto estetico delle installazioni artistiche presenti nei vari pavilion del museo. Inoltre, per rendere l’esperienza per il visitatore totalmente immersiva, l’app sarà presto disponibile anche in versione Oculus, il visore rivoluzionario che permette un coinvolgimento ancora più emozionante.
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“MetaVanity è il primo viaggio di Hadem in quello che siamo certi sarà la nostra dimensione come team, come azienda ed ecosistema creativo e intellettuale”, ha commentato Etan Genini, amministratore delegato e co-fondatore di Valuart. “Con MetaVanity, Vanity Fair ha saputo abbracciare in pieno i valori costitutivi della rivoluzione culturale figlia di questo momento. Ci ha permesso di ospitare alcune delle più straordinarie menti creative di oggi, lasciandole libere di operare nel pieno rispetto della loro storia e diventare la vita di un contenitore che tutto vuole fuorché ‘contenere’, bensì liberare nell’etere esperienze e dare modo al visitatore di immergersi, vivere e scoprire ciò di cui moltissimi parlano, solo alcuni davvero studiano e purtroppo pochissimi stanno cercando di sostenere”. Gli artisti in mostra, come sopracitato, saranno 19: Max Papeschi, Emanuele Dascanio, Quasimondo, Matt Kane, Skygolpe, Coldie, Jesse Draxler, Federico Clapis, Edo Bertoglio, Mimmo Dabbrescia, neurocolor, Billelis, Fabio Giampietro, Vhils, Kyle Kemink, Luna Ikuta, Dangiuz, Gammatrace e Stefano Contiero. Insomma non abbiamo dubbi, quella ideata da Vanity Fair è un’iniziativa senza precedenti che segna l’inizio di un nuovo Rinascimento artistico. “Questo è solo il debutto, è un modo di fare vedere quanto quella sia una realtà editoriale, una realtà dove le storie possono diventare potentissime, dove i prodotti non hanno confini, dove la moda potrà inventarsi un abito che ancora non esiste, un luogo veramente di grande possibilità e la nostra avventura è soltanto all’inizio”, ha affermato Marchetti.