Un cocktail fresco a base di bourbon whiskey, succo di limone, zucchero e albume d’uovo, dalla storia interessante…
Oltre il consueto. Per un aperitivo che esuli la classicità – e banalità – di un Aperol Spritz corre in soccorso il Whiskey Sour, un cocktail spesso sottovalutato ma elegante e on point per un pre-pasto dall’allure elegante. Al cuore del Whiskey Sour c’è il bourbon, che conferisce un leggero tocco affumicato, abilmente bilanciato e potenziato dall’aggiunta di succo di limone. Il risultato è un sapore avvolgente che trova la sua massima espressione quando il cocktail viene servito in un bicchiere old fashioned con abbondante ghiaccio.
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Whiskey Sour storia tutta da conoscere per un aperitivo all’insegna del passato
La paternità del Whiskey Sour è attribuita a Elliot Stub, un barman inglese che, nel 1872, si stabilì a Iquique, una cittadina tra Perù e Cile. Stub aprì un bar e, sperimentando diverse combinazioni, creò il Sour mescolando limone di Pica e whiskey, al quale aggiunse zucchero per equilibrare i sapori e renderli ancora più apprezzabili. Tuttavia, va notato che i cocktail sour avevano radici ancora precedenti, essendo menzionati nel libro How to mix drinks di Jerry Thomas nel 1862. In seguito, l’aggiunta dell’albume d’uovo divenne una pratica comune, creando la caratteristica schiuma che oggi contraddistingue il cocktail. Alcuni barman, in modo creativo, hanno persino utilizzato il guscio d’uovo come decorazione, donando un tocco simpatico e originale alla presentazione del cocktail. Una scelta non banale per un aperitivo elegante che non ha rivali.
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