L’Art Nouveau fu presentata proprio a Torino nel 1902 con l’Esposizione internazionale di Arte Decorativa Moderna
Nella splendida cornice della Reggia di Venaria con manifesti, dipinti, sculture, mobili e ceramiche arriva la mostra che racconta la straordinaria fioritura artistica che ha travolto e cambiato il gusto tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento. Architettura, pittura, arredamento, scultura, musica sono invasi da rimandi alla natura, al mondo vegetale e a un’immagine nuova della figura femminile: a Torino è il tempo dell’Art Nouveau che scaccia da
ogni dove regole accademiche e tradizione.
Giovani, radicali, aggressivi e dotati di grande talento. Erano gli artisti dell’Art Nouveau, uno stile nuovo e moderno che esplose in Europa dal 1890 e che coinvolse ogni ramo delle arti visive. Parigi era la capitale indiscussa dell’arte e in questo scorcio di secolo, Art Nouveau diventa lo stile per eccellenza della modernità cittadina. Considerata come una corrente internazionale, essa si fonda sulla rottura con l’eclettismo e lo storicismo ottocenteschi e rappresenta la risposta moderna a una società sempre più industrializzata.
L’Art Nouveau fu presentata proprio a Torino nel 1902 con l’Esposizione internazionale di Arte Decorativa Moderna e diede il via al Liberty in Italia a partire dalla città, all’epoca in espansione. Essa non impone alcun obbligo: è l’arte della libertà che si affranca dalle convenzioni. Le forme dell’accademismo si infrangono davanti a uno stile trasgressivo che fa dell’erotismo, del naturalismo e dell’esotismo i propri punti cardinali. Nessuna regola può più costituire un freno per quegli artisti, soprattutto in Francia, che sono accomunati dall’amore per l’arabesco e riferimenti alla sensualità della natura e del corpo femminile.
Grazie un allestimento innovativo che ricreano le atmosfere e il gusto dell’epoca, in mostra viene proposta la riproduzione degli ambienti abitativi della Parigi di inizio Novecento a illustrare la vita quotidiana. Il percorso poi concerne anche il racconto sulla riflessione intorno alle arti decorative di una ristretta élite di architetti, artisti e intellettuali che avviarono la stagione del Liberty in Italia e a Torino in particolare.