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Sorkin e Siegel: il fortunato filone del cinema biografico d’autore

Film elogiati anche da Quentin Tarantino

“Non è binario, si può essere corretti e geniali contemporaneamente”, affermava Steve Wozniak, nel biopic dedicato a Steve Jobs e basato sul libro di Walter Isaacson. Nel corso degli ultimi 10-12 anni abbiamo assistito a una formidabile sequenza di film a tema biografico dove spesso il minimo comune denominatore è dato da uno script realizzato a regola d’arte. Che cosa accomuna film come Moneyball – L’arte di vincere, The Social Network, Molly’s Game e Steve Jobs? Tutte e quattro queste pellicole sono state realizzate dallo stesso sceneggiatore: Aaron Sorkin.

Sorkin è ormai passato con successo dietro la macchina da presa, avendo diretto due pellicole di cui una di successo: Molly’s Game. Già durante gli anni novanta si era fatto un nome realizzando alcuni dei migliori script del decennio come Codice d’onore e Il presidente – Una storia d’amore. Tuttavia il suo momento d’oro arriva quando nel giro di poco tempo lavora a La guerra di Charlie Wilson, L’arte di vincere, The Social Network e Steve Jobs. Proprio il film dedicato alla nascita di Facebook, The Social Network gli valse il premio Oscar alla migliore sceneggiatura non originale.

Non solo, ci sono anche altri film che pur non portando in dote la sua firma, hanno uno stile piuttosto simile, che in larga parte ne ha determinato il successo e la fortuna critica. Pensiamo ad esempio a titoli come 21, il film sul MIT Blackjack Team, basato sulla vera storia di un gruppo di studenti che sbancò i casinò ricorrendo al conteggio delle carte. Lo script di questo film interpretato da Kevin Spacey è opera di Ben Mezrich, che con lo pseudonimo di Holden Scott ha firmato alcuni libri di successo, tra cui uno proprio su Mark Zuckerberg che è alla base della sceneggiatura realizzata da Aaron Sorkin per il film di David Fincher.

Il libro si chiama Miliardari per caso – L’invenzione di Facebook: una storia di soldi, sesso, genio e tradimento. Un altro film che si può includere in questo genere è sicuramente The Founder, scritto da Robert Siegel e portato sullo schermo da John Lee Hancock nel 2016. Il film racconta la vicenda di Ray Crock e la nascita dell’impero McDonald’s. Anche in questo caso parliamo di uno sceneggiatore a suo agio con le storie biografiche, visto che ha partecipato alla sceneggiatura di The Wrestler di Darren Aronofsky e di recente ha scritto per la televisione il fortunato Pam & Tommy, incentrato sulla vicenda del film porno amatoriale anni novanta con Pamela Anderson e Tommy Lee.

 

Cinema d’autore: Sorkin e Siegel, il fortunato filone del cinema biografico

Una delle sceneggiature più interessanti riguarda il film interpretato, tra gli altri, da Brad Pitt e Jonah Hill, Moneyball – L’arte di vincere. Questa originale pellicola racconta le gesta del general manager degli Oakland Athletics (squadra di baseball che dispone di un budget ridotto) il quale applicando principi innovativi per valutare un giocatore e creare una squadra competitiva senza dover spendere come un top club. Oggi questo nuovo modo di concepire lo sport è diventato una regola che i procuratori e dirigenti sportivi applicano in tutto il mondo, Europa inclusa. Come possiamo vedere seguendo le ultime notizie sportive capita sempre più spesso di assistere a un incontro tra una piccola squadra e una grande squadra, il cui esito dovrebbe essere scontato, terminare invece con risultati imprevedibili. Capita in Italia con il campionato di serie A, proprio come si può vedere nel film scritto da Sorkin e dedicato al mondo della Major League di baseball.

Con Molly’s Game Aaron Sorkin passa dietro la macchina da presa, mutando uno stile di regia in debito nei confronti di Fincher, Boyle e Mike Nichols, alcuni degli autori con cui lo sceneggiatore newyorkese ha lavorato in passato. La vicenda di Molly Bloom e del giro del poker clandestino è un pretesto per dare prova della sua abilità di scrittura, ancora una volta alle prese con una storia biografica di ascesa, fallimento e redenzione, che pare ricordare la fortunata collaborazione tra Martin Scorsese, Nicholas Pileggi e Steven Zaillian (Goodfellas, Casino, The Irishman).

Tutto questo per ribadire ancora una volta che per la Hollywood marcatamente classica e mainstream, la base di partenza ideale è avere un grande script e uno sceneggiatore di assoluto livello come Sorkin a libro paga. Il suo cinema è infatti funzionale, dinamico e capace di combinare la giusta miscela di emozioni, che alla lunga offrono uno spettacolo convincente, di ottimo livello e di grande presa per il pubblico.

Pensiamo alla sceneggiatura di The Social Network e al ritmo di questa pellicola, che senza essere un vero e proprio action, ci inchioda alla poltrona e ci conduce nei meandri di uno dei sogni americani più cupi degli ultimi tempi: la nascita di Facebook e tutto quello che ne consegue. Un film che lo stesso Quentin Tarantino ha definito la migliore opera degli ultimi anni. Tanto per intenderci.