Quando abbiamo ripreso con dei telefoni le Olimpiadi Invernali dei Sordi
Ci spostavamo come schegge impazzite da un paese all’altro. Il telefono che squillava senza sosta per via delle videochiamate che continuavamo a ricevere. Ore infinite sulla nostra Ford EcoSport Blu e il più grande interrogativo: ma veramente stiamo andando a riprendere le olimpiadi con dei telefoni?
Ma partiamo dall’inizio: dal 12 al 21 dicembre 2019 in Valtellina – per la precisione Sondrio, Chiavenna, Madesimo e Santa Caterina Valfurva – si sono tenute le Winter Deaflympics 2019, le Olimpiadi invernali dei sordi, un importante evento sportivo che mancava in Italia dal 1983, quando le Olimpiadi del silenzio (così anche chiamate) si tennero a Madonna di Campiglio.
La sorpresa qui è legittima. Sì! Esistono le Olimpiadi dei Sordi e sì! Sono manifestazioni internazionali (ri)conosciute e apprezzate, purtroppo molto più all’estero che in Italia.
Tre location, atleti provenienti da tutto il mondo e una palpabile agitazione che aleggiava nell’aria. Dalla discesa libera allo sci di fondo; dal Curling all’Hockey (dove ovviamente Canada e USA hanno dominato). L’imprevisto era dietro l’angolo e ovviamente queste casualità non si sono fatte attendere a lungo. Le Winter Deaflympics 2019 hanno sicuramente lasciato un indelebile ricordo nelle nostre menti: mie, di Jamie e del giovane Matteo.
Il senso di un evento sportivo come questo è essenzialmente uno: unire le persone e mostrare a tutti che avere una disabilità non è sempre una limitazione. Nelle competizioni più celebri – quelle legate allo sci alpino – l’azzurro Giacomo Pierbon ha conquistato ben cinque medaglie d’oro, titolandosi come l’atleta ad aver vinto maggiormente in quella disciplina tra Olimpiadi, Olimpiadi dei sordi e Paralimpiadi. Anche se la nazionale russa, con cinquanta medaglie vinte, si è affermata come regina incontrastata della manifestazione.
Deaflympics 2019: in diretta con uno smartphone
Cibo, tanto bombardino per riscaldarci dal freddo pungente e gare. Tante gare. Tantissime gare. Chi più e chi meno bravo; chi ha preso seriamente le competizione e chi ha partecipato solo per il gusto di farlo; ma per quei giorni i veri protagonisti erano loro. We Need a chance, questo è il loro motto e questo è quello che volevano. Quelle due settimane sono volate, tra spostamenti per le varie discipline e i setting per le regie; su e giù per la Statale dello Stelvio con la nostra Ford EcoSport, carica di attrezzature, scatoloni e persone.
I giorni passavano velocemente e non sempre erano facili. Tutta la parte di riprese e regie è stata realizzata solo con telefoni cellulari. Ottimi telefoni ma pur sempre telefoni, con i loro pro e i loro contro. Collegamenti improvvisati e spinotti mancanti; power bank di supporto e cavalletti ordinati in maniera errata. Per collegare telefoni a regie professionali c’è voluta sicuramente inventiva e un pizzico di fortuna, ma sono state coperte tutte le discipline con dirette e, nei casi più estremi (tipo grande nevicata sulle piste), differita di qualche ora. Huawei era sponsor dell’evento e come tale tutta l’attrezzatura tecnica in dotazione era fornita da loro. Con il passare del tempo, quella che all’inizio si era presentata come una sfida e una grande incognita, ha messo tutti d’accordo. Il risultato ha soddisfatto anche chi all’inizio storceva il naso [giustamente, direi ndr].
Tra alti e bassi – e con non poche difficoltà personali – il team misto composto da sordi e udenti è riuscito a raccontare le imprese sportive di quasi 500 atleti, 34 delegazioni e di tutto lo staff della federazione. Quello che era un evento senza troppe aspettative si è rivelata un’esperienza unica fatta di neve, risate, bresaola e tanto bombardino.
Nei vari spostamenti tra passi, statali e monti nessuna EcoSport è stata maltrattata.
Luca Lemma
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