La periferia est di Milano diventa il primo quartiere-museo a cielo aperto al mondo
Il quartiere Ortica di Milano è colmo di storia. Fino al 1923 era una frazione del comune di Lambrate, poi annesso a Milano. L’etimologia del suo nome ha origini nel Medioevo e deriva, come si può facilmente intendere, da “orto”. Era infatti considerato un luogo adatto alle coltivazioni data la vicinanza del fiume Lambro. Ma la tradizione di questa zona è intrinseca alla periferia; Ortica è il sobborgo est del capoluogo lombardo, che si piazza tra i binari ferroviari che lo circondano e lo pervadono.
Ortica sarà la nuova downtown milanese
-Martino Midali
Dopo l’arrivo della ferrovia Milano-Treviglio a inizio Novecento la zona, che tanto assomiglia a un piccolo paese di provincia, raggiunge il proprio apice dopo la Seconda guerra mondiale, diventando un degno polo industriale. Ciononostante l’Ortica è rimasta in qualche modo isolata dal resto della città e questa condizione ne ha preservato il fascino. Molte personalità lombarde hanno poi negli anni considerato il quartiere come loro musa ispiratrice. Enzo Jannacci, ad esempio, lavorò come medico di base all’Ortica, di cui amava il fervore culturale. Sono passati da quelle parti anche Dario Fo e i registi Giorgio Strehler e Neri Parenti.
In tempi più recenti, dal 2015 per esattezza, una ventina di opere di arte urbana stanno trasformando un’intera area della periferia est di Milano nel primo quartiere-museo a cielo aperto al mondo. Lo stilista Martino Midali, innamorato di questo quartiere e della sua evoluzione, ne condivide appieno il gusto pop e si lascia costantemente ispirare dalla sua creatività visiva contemporanea.
Proprio per questo dal 21 Giugno 2020, al civico 17 di via Pitteri, il Martino Midali | FASHIONFACTORY HUB, dell’omonimo stilista, accoglie nel suo polo logistico Il Duomo all’Ortica, nuovo progetto di ORME Ortica Memoria con Orticanoodles, il collettivo artistico famoso tra le vie del quartiere milanese. All’inaugurazione ha presenziato la Vice Sindaca di Milano Anna Scavuzzo, il Presidente di Municipio 3 Antola, l’artista Walter Contipelli in arte Wally di Orticanoodlese.
Wally, ideatore de la Fabbrica del Duomo, ha definito l’opera “una poesia incisa nel marmo”, un omaggio necessario alla città, in versione dipinta e aumentata. Questa è il primo di cinque murales, dalla navata centrale alle guglie, fino alla Madonnina “tutta d’oro e piccinina” che nella versione street art sarà invece la più grande dipinta al mondo (25 metri). Anche quest’ultima si affaccerà sul cortile del Martino Midali | FASHION FACTORY HUB.
B.A.
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