Una filosofia artistica che si materializza in profumi e prodotti beauty care
Una storia insolita e per questo estremamente interessante quella di Filippo Sorcinelli, più conosciuto all’estero e meno in Italia. Nasce come creatore di abiti per il mondo sacro, ha vestito Benedetto XVI e Papa Francesco, ed è proprio questa attività che l’ha portato a profumare le vesti. Oggi all’atelier di veste sacre, s’affianca la casa di profumi che prende il suo nome. Crea profumi che sono una contaminazione di sensazioni e emozioni che prendono forma sia nell’essenza che nella materialità del flacone. Il risultato è un’opera d’arte. La storia e la filosofia del brand raccontata dal suo stesso fondatore, Filippo Sorcinelli.
Come e quando è nata l’idea di creare una linea di profumi? Ma soprattutto quale significato ha la definizione di “profumi d’arte”?
Tutto è nato da un’esigenza: incorniciare di bellezza olfattiva le Vesti sacre che realizzo nel mio atelier. Mi sembrava giusto dare questo ulteriore contributo sensoriale a questi manufatti di eccellenza artistica. E proprio in virtù di questo non ci si poteva che orientare su un altro tassello di qualità superiori. Scegliere l’arte anche negli odori è stato perciò un processo naturale.
Qual è la filosofia alla base del brand che si definisce più a 360° “un marchio di lifestyle”? Quale messaggio vuole trasmettere?
Aver fatto dell’Arte la propria ragione di vita è forse la sintesi più chiara per identificare il brand. Metterci la faccia, scegliere il nome, significa raccontare ogni sfumatura del proprio pensiero emotivo, ricco di mancanze ma anche di doni che si articolano in pittura, musica, stati d’animo. Decidere di mettersi nudi di fronte al mondo è un atto profondamente sincero e che vuole al contempo lasciare un piccolo segno nella storia.
Un profumo che prima di colpire per la fragranza, cattura l’occhio per l’estetica. Quale delle due componenti sinestetiche dovrebbe prevalere? O una diventa il completamento dell’altra?
La Sinestesia è un processo percettivo, non cognitivo, piuttosto inconsueto, che consiste nell’interazione e sovrapposizione spontanea e incontrollata di più sensi. Nel nostro caso, è chiaro che il racconto olfattivo è anticipato ed enfatizzato dall’elaborazione artistica del suo involucro. Vista e olfatto entrano in relazione insieme, senza alcuna sovrapposizione, provocando un elemento che forse mi sta più a cuore: l’emozione.
Dietro all’estetica di ogni boccetta di profumo si nasconde un messaggio?
Il racconto attraverso l’arte è l’esaltazione dei miei pensieri. La Bellezza per me è un dato oggettivo nel momento in cui trasmette la sua potente carica spirituale, la sua essenza che viene principalmente dall’interno e che dialoga con lo stato d’animo. Senza questo elemento, l’estetica rimane fine a sé stessa e passivamente collegata alla superficialità del banale.
Come si scelgono le fragranze da mescolare? E, di conseguenza, sulla base di quali elementi vengono scelti i nomi dei profumi?
Tutto nasce da una visione. È la visione stessa che schiude la percezione di un odore. Il lavoro tra me e il naso è di asoluta empatia: lui traduce in olfatto con esattezza quelle che sono le mie idee.
Quanto diventa importante la cura nella scelta delle componenti? C’è un’attenzione particolare alle tematiche di sostenibilità?
Nel mondo della cosiddetta “profumeria artistica” la cura e la scelta delle materie prime è molto attenta e meticolosa. Non si trascura nulla, neppure la sostenibilità, che viene declinata anche nel delicato processo di progettazione del packaging. Nel mio piccolo, abbiamo operato un cambiamento nel corso degli anni per cercare di limitare al minimo materie che non erano compatibili con questo concetto.
Non solo profumi, ma anche una linea di prodotti skincare. L’idea di ampliare gli orizzonti nel mondo beauty nasce da una prospettiva di crescita ed espansione?
Certamente. Io e il mio team abbiamo a cuore, specialmente in questo periodo, l’accessibilità. Vogliamo avvicinare anche un pubblico più giovane e questo presuppone un grande lavoro che possa unire Arte, eccellenza efd accessibilità. Loro saranno i grandi utenti di domani ed è giusto trovare una forma di educazione che oggi si allarga ma sempre su di un bacino di utenza sempre troppo selettivo e con potere di acquisto elevato. Ecco il motivo della nascita di “SuperFluo?”, un Bio Skincare che lentamente vedrà espandersi con nuove presentazioni, anche nei prossimi mesi.
Un’azienda che si dimostra dalle aspirazioni multiple, quali sono i progetti per il futuro? Che orizzonti di sperimentazione aprirà il concetto e la filosofia di “contaminazione tra le arti”?
Il dna del brand è come una distesa di rami in un bosco incantato, intrecciato dalle fogle e dal suono dell’Arte. Ci sono tanti progetti in corso di valutazione: in primavera, come detto pocanzi, la collezione “SuperFluo?” si arricchirà di nuovi prodotti per la cura del corpo, anche in vista della stagione estiva. Inoltre ho in cantiere una nuova collezione di odori che intendono indagare, assieme all’arte, sul lato oscuro e nascosto di ognuno di noi. E ancora tanta arte: mostre, concerti d’organo, festival… mai fermarsi! È questo il mio unico messaggio… immaginare il mondo con uno sguardo proiettato oltre le difficoltà e le brutture di un momento. L’uomo deve ricordare che la Bellezza e la coltivazione delle proprie emozioni scavalcano, trasalgono e curano.
Foto: Ufficio stampa
B.A.
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