Lo chef Rosato propone un food pairing all’aglio, caffè e cioccolato
Tra le svariate innovazioni introdotte nel mondo della cucina, una delle più attuali è senz’altro quella del food pairing. Questa disciplina, relativamente recente nel settore del food, è stata traghettata direttamente dal mondo della chimica a quello della cucina dalla londinese Niki Segnit (Marketing Manager nel Food&Beverage) che nel 2010, con un ponderoso volume di 400 pagine (“La grammatica dei Sapori”) ha tracciato un nuovo punto di partenza per la cucina internazionale. Aprendo agli chef nuovi e sconfinati orizzonti grazie all’idea di abbinare gli ingredienti in base alla presenza nelle rispettive composizioni chimiche di una o più catene aromatiche comuni.
Si scopre così che alcuni accostamenti apparentemente insoliti o quantomeno bizzarri, come caviale/cioccolato, banane/prezzemolo o salmone/liquirizia si rivelano particolarmente indovinati (e gradevoli al palato) grazie alla presenza di alcune catene aromatiche comuni presenti nella loro struttura molecolare. L’applicazione del food pairing consente inoltre di associare diverse ingredienti anche se sprovvisti di catene aromatiche simili, grazie ad una considerazione analoga a quella espressa nel vecchio adagio popolare “gli amici degli amici sono miei amici”.
Uno degli esempi più classici è rappresentato dall’abbinamento tra aglio e cioccolato, sostanze apparentemente inconciliabili tra loro. Questi due ingredienti non hanno alcuna catena aromatica in comune, ma aggiungendo un terzo elemento come il caffè si riesce (grazie alla presenza di catene aromatiche in comune sia con l’aglio che con il cioccolato) a scovare nuovi e interessanti abbinamenti che, ulteriormente rielaborati, possono dare origine ad insolite ricette gourmet. In questa ricetta proponiamo un abbinamento decisamente insolito tra questi tre ingredienti, uniti assieme per la realizzazione di gustose praline la cui delicatezza è ulteriormente sottolineata dalle scaglie di cocco disidratato, dalle amarene e dalle fragole. E’ solo un esempio poiché anche in questo caso, come avviene sempre in cucina, l’unico limite nell’abbinare tra loro diversi ingredienti, è legato alla fantasia e alla creatività dello chef.
Leggi anche: La libertà creativa ed eccentrica di uno champagne rosé