Franciacorta Mosnel racconta una storia di tradizione e avanguardia
L’azienda Mosnel conta su un unico corpo di vigneti a conduzione biologica tutti intorno all’azienda dove si trova la storica villa seicentesca e il parco disegnato nei primi del 1800 attorno ad un Cedro del Libano centenario che svetta da sempre nel giardino, dove vengono coltivati Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero. La storia del Mosnel, il nome è un’antica espressione dialettale che indica “pietraia”, come i sassi che troviamo al centro del vigneto storico, comincia nel 1836 quando la famiglia Barboglio ereditò la tenuta di Camignone, in cui il vino era già una delle principali attività. Ma la storia recente inizia nel 1954 quando Emanuela Barboglio, decise di “mettere a posto Camignone”, prendendo le redini dell’azienda e trasformandola, con una visione decisamente all’avanguardia, da cascinali con mezzadri in una azienda vitivinicola moderna. Negli anni ’60 iniziarono i primi esperimenti di spumantizzazione con viti di Chardonnay e Pinot Bianco, allora chiamato “Pinot di Franciacorta”, fino al 1967 quando nacque il Disciplinare di Produzione del Franciacorta.
Franciacorta Mosnel: una tradizione tramandata da generazioni
Da allora la ricerca della qualità ha sempre permeato la filosofia di produzione di Mosnel e la signora Emanuela è stata fino alla sua morte, nel 2007, protagonista di tutte le tappe evolutive del territorio. I 41 ettari vitati sono suddivisi in 18 vigneti e condotti tutti secondo la viticoltura biologica, ad un’altitudine intorno ai 250 metri slm, sull’anfiteatro morenico principale, oggi condotti con passione dai due figli, Giulio e Lucia Barzanò. Personalità complementari: Giulio segue la parte tecnica, produttiva e commerciale, Lucia si occupa del marketing, delle relazioni esterne e dell’export. Sono coltivati i tre vitigni tradizionalmente legati alla Franciacorta Chardonnay (70%), Pinot Bianco (15%) e Pinot Nero (15%) e dal 2019 anche 1 ettaro di Erbamat, antica varietà tipica del territorio, ora valorizzata e inserita nel disciplinare per la sua spiccata acidità.
I vigneti sono in gran parte esposti a Est/Sud-Est, orientamento che consente alla vite di beneficiare per tutto il giorno dei raggi del sole, fin dal primo mattino. Il microclima è caratterizzato da venti provenienti dalla Val Camonica mitigati dal Lago d’Iseo e dalla vicinanza delle Prealpi bresciane; ne consegue la quasi totale assenza di nebbie invernali come la ridotta afa nel periodo estivo. Dal punto di vista agronomico, i vigneti sono allevati a Cordone Speronato e a Guyot con una densità tra 4000 e 9000 piante per ettaro. In cantina dopo una pressatura soffice dei grappoli, il mosto viene viene fatto fermentare a temperatura controllata in vasche d’acciaio o in barrique di rovere francese. Dopo l’assemblaggio e il tiraggio i vini affinano nella cantina dell’azienda.