Ricercate rivisitazioni delle storiche ciabattine, vero must have del momento
Tutti ne parlano, tutti le vogliono. Sono state le scarpe dell’estate ma sembra abbiano intenzione di trascorrere con noi anche questo inverno. Sono comode, pratiche, versatili. Si chiamano friulane e no, non sono “solo” delle ciabatte. La storia delle friulane ci porta indietro nel tempo, nelle campagne del Friuli: qui queste ciabattine di velluto con suola di gomma erano considerate le scarpe della domenica e dei giorni di festa, una alternativa agli zoccoli da lavoro.
Come tutti gli oggetti nati in un contesto umile e con scopi pratici, anche le friulane erano realizzate partendo da materiali poveri, di riciclo. La suola poteva essere ottenuta a partire da vecchi copertoni di bicicletta, mentre per la tomaia si utilizzavano tessuti e scampoli di recuperto e per l’imbottitura vecchi sacchi di juta. Insomma, queste ciabattine rappresentavano l’emblema del riuso, almeno fino a quando non sono approdate a Venezia e infine – oggi – sui social network e ai piedi delle influencer.
Nella Serenissima le friulane divennero particolarmente apprezzate sia dai gondolieri, in virtù della loro suola liscia, sia dai nobili, che con quelle ciabattine leggerissime potevano sgattaiolare indiscreti verso le loro scorribande. E oggi? Sarà la nuova tendenza verso leisure wear, un vestire comodo determinato in parte dal lungo periodo trascorso tra le mura domestiche; o sarà forse la voglia di praticità e versatilità che la donna – ma non solo – dei nostri giorni richiede a una calzatura. Insomma, nessuno di noi si stupirebbe vedendo una persona camminare per strada con un paio di ciabattine di velluto ai piedi, anzi.
Le friulane sono semplici, colorate e versatili: il perfetto punto di partenza per creare un qualcosa di unico e speciale. Sono nati così negli ultimi anni brand che ne realizzano versioni più glam, lavorate e ricercate; con l’utilizzo di tessuti particolari, passamanerie e le decorazioni più disparate. Ne è un bell’esempio il lavoro di Giulia Campeol, in arte allagiulia, che alla tradizione delle friulane ha aggiunto la contemporaneità e il glam di negozi di grido. Tra i rivenditori delle sue creazioni figurano infatti 10 Corso Como, Barneys, Opening Ceremony e Takashimaya.
Ma novità e ricerca stilistica non significano rinuncia alla tradizione: nel rispetto del principio del riciclo le friulane allagiulia hanno una suola in copertone di bicicletta rigenerato, soletta atossica e confortevole e tessuti nobili – molto spesso scovati in mercatini vintage – per la tomaia. Il tutto combinato con una lavorazione rigorosamente artigianale, per non snaturare l’essenza stessa della scarpa. Una friulana in versione glam, che si fa moderna senza perdere il contatto con le proprie origini… e tutto all’insegna della sostenibilità.
Nella foto la capsule collection in esclusiva per ISSIMO, piattaforma di e-commerce e lifestyle nata dalla volontà di Marie-Louise Sciò, CEO e Direttore Creativo della Pellicano Hotels, di portare il meglio dell’Italia nel mondo.
Beatrice Anfossi
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