Da luglio il nuovo volto del quartiere Giambellino, a sud-ovest di Milano
Un gruppo di ragazzi e ragazze, un campo da basket aperto al pubblico – quasi nascosto tra le case del quartiere – e una rete di artisti e operatori culturali: è tutto quello che serve per cambiare il volto e la percezione di un quartiere simbolo di Milano agli occhi di chi ci vive e di chi lo vede per la prima volta.
Oggi sono felice di vedere molti colori su questo spazio e altrettanti li vedo sui volti di questi ragazzi e ragazze: questa è la Milano di oggi e del futuro, più ricca di culture e di visioni
-Santo Minniti, Presidente del Municipio 6
Dal mese scorso il campo da basket di Piazza Tirana si è colorato di street art, animazioni digitali e installazioni che hanno trasformato la narrazione visiva del Giambellino, quartiere emblematico della periferia sud-ovest di Milano. Il progetto “Immaginare Piazza Tirana”, a cura di BASE Milano e Bepart, è stato realizzato con il contributo e patrocinio del Comune di Milano e la collaborazione di Codici Ricerca e Intervento, cooperativa sociale Comunità del Giambellino, Guerrilla Spam e Ideas-Bit Factory.
Un percorso di ricerca-azione tra esplorazioni urbane, laboratori artistici e interventi in strada, che ha coinvolto 40 ragazzi e ragazze fra i 14 e 20 anni nell’ambizioso progetto di dare un nuovo volto al proprio quartiere; un progetto partecipato che ora resta in eredità agli abitanti del quartiere e alla città di Milano, che ha dato vita a un nuovo luogo di aggregazione, ma è anche un punto di partenza per le future progettualità culturali.
La prima fase del progetto ha visto i partecipanti coinvolti nel laboratorio di emersione FEEL.LIKE.HOME, co-progettato da Codici Ricerca e Intervento con la cooperativa sociale Comunità del Giambellino, durante il quale i ragazzi hanno esplorato il significato dell’espressione “sentirsi a casa” e ragionato sul senso di appartenenza, percorrendo e studiando il territorio, riflettendo sul suo presente e sul futuro dei suoi spazi pubblici e raccogliendo testimonianze dei residenti.
“Immaginare piazza Tirana”: i tre laboratori
Dalle riflessioni emerse in questa prima fase si è sviluppata la fase successiva, quella dei tre laboratori di immaginazione urbana, in cui i partecipanti hanno progettato il nuovo volto del campo da basket. Il laboratorio di street art, curato dal collettivo Guerrilla Spam, ha dato vita al “tappeto nomade”: il pavimento del campetto è stato illustrato e decorato con le vernici messe a disposizione gratuitamente da Colori Tassani, lo storico colorificio di Genova.
Un tappeto che parla di “casa fuori casa”, e quindi ‘nomade’, in cui i giovani possono rispecchiarsi, immaginare, giocare a basket e che è anche in grado di animarsi. Durante il workshop a cura di Bepart, impresa sociale milanese specializzata in installazioni artistiche fisiche e digitali site specific, i partecipanti hanno infatti creato delle animazioni in realtà aumentata: inquadrando le immagini del tappeto nomade con la app Bepart questa metaforica casa senza pareti prende vita popolandosi di animazioni artistiche sorprendenti e immaginifiche, ispirate a temi quali accoglienza e aggregazione attraverso lo sport, di cui sono protagonisti gli stessi ragazzi che hanno partecipato al laboratorio.
A completare il nuovo volto di Piazza Tirana è infine un’installazione di arredo urbano di forte impatto visivo progettata e creata durante il laboratorio curato da Ideas-Bit Factory. I ragazzi si sono lasciati ispirare dal mondo della musica rap, dai video in cui il carcere è spesso presente, realizzando una griglia di circa 10×10 metri: una maxi finestra con delle sbarre, attorno alla quale sono state collocate delle sedute. Una finestra per guardare oltre o per fuggire con la fantasia.
Per realizzare il tutto i partecipanti al workshop hanno ritagliato un migliaio di fogli di cartone biodegradabile, che fanno da struttura di contenimento a blocchi di terra e semenze che, quando sbocceranno, andranno a ricoprire d’erba l’intera struttura. Un monumento all’immaginazione che sarà sempre lì a ricordare a tutti che anche in periferia è possibile respirare il profumo della “libertà incondizionata”.
“Spesso si dice che i giovani e le giovani non sono attivi e impegnati nel prendersi cura del proprio quartiere. Questo progetto dimostra invece che loro ci sono e che, quando vengono coinvolti, sanno raggiungere ottimi risultati. Oggi sono felice di vedere molti colori su questo spazio e altrettanti li vedo sui volti di questi ragazzi e ragazze: questa è la Milano di oggi e del futuro, più ricca di culture e di visioni”. Queste le parole espresse dal Presidente del Minicipio 6, Santo Minniti, all’inaugurazione del progetto. Un momento di restituzione avvenuto alla presenza non solo dei giovani ragazzi e ragazze che hanno preso parte ai laboratori, ma anche delle autorità comunali.
Foto: Davide Chiesa
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