La mostra è stata realizzata con la consulenza di Jeffrey Schnapp, designer e storico statunitense
“L’archivio animato. Lavori in corso” racconta il Novecento in 20 capitoli attraverso l’arte, il design, la pubblicità, la fotografia, la grafica e l’industria, percorrendo in modo trasversale il ricco archivio della Fondazione Cirulli. La mostra, che si terrà fino al 17 maggio 2020 alla Fondazione Cirulli a San Lazzaro di Savena (BO), consiste in un vero e proprio “laboratorio” di storia e cultura del Novecento, il quale narra la creatività italiana attraverso un’esposizione che spazia dalle arti figurative al design industriale, dalla pubblicità al cinema, dai tessuti alle riviste, dalla fotografia alla televisione.
Abbiamo voluto allontanarci da formati espositivi museali troppo rigidi per avventurarci in una sorta di ‘terra di nessuno’, in cui invece del grande racconto si cerca la molteplicità, la simultaneità e l’agilità, valori futuristi per eccellenza (ma anche valori del tutto contemporanei), tramite l’adozione di formati ibridi, leggeri e freschi. ‘L’archivio animato’, che fa leva sulla diversità e l’eterogeneità di una collezione panoramica come quella della Fondazione Cirulli, non propone al pubblico solo prodotti e soluzioni, ma avanza problemi, sollecita ricerche, compone puzzles e suggerisce istanze di accesso diretto a materiali spesso non canonici che raccontano la storia del ‘900 italiano
-Jeffrey Schnapp (consulente della mostra)
Oltre 200 opere in 20 sezioni, come se fossero 20 mostre in una: “L’archivio animato. Lavori in corso”, progetto realizzato grazie alla consulenza e supervisione di Jeffrey Schnapp, fondatore e direttore del metaLAB dell’Università di Harvard e figura fondamentale nell’ambito dell’umanistica digitale, rappresenta un nuovo concept di mostra, mediante il quale Fondazione Cirulli vuole presentarsi come peculiare luogo di sperimentazione, tra archivio e spazio espositivo. Massimo e Sofia Cirulli dichiarano: “Durante tutta la durata della mostra verranno organizzati incontri e conferenze con la partecipazione di esperti e studiosi del settore, per focus sulle tematiche delle varie sezioni, a comporre una ricca proposta di eventi culturali. Il nostro obiettivo è infatti quello di aprire lo spazio della Fondazione per farne un luogo di costruzione di contenuti, un vero e proprio laboratorio permanente di storia e cultura del Novecento”.
L’esposizione è un narrazione potente e agile del secolo breve, attraverso i materiali estremamente eterogenei che compongono la collezione della Fondazione Cirulli: il capolavoro artistico, le arti decorative, la comunicazione, il design industriale e la cultura materiale e visiva, e ancora fotografie, disegni, quadri, sculture, oggetti, manifesti, volantini, carteggi, progetti architettonici, tessuti, riviste, libri sono le forme di comunicazione socio-culturale che compongono le 20 sezioni di mostra, un vero e proprio racconto polifonico che attraversa il Ventesimo secolo.
Così, accanto a una selezione di “Frammenti di ‘900”, con dipinti dei primi tre decenni del secolo, il capitolo dedicato a “Il tessuto della modernità” offre una selezione di progetti grafici per tessuti d’arredamento. “Fermo immagine”, invece, racconta attraverso i volti del cinema e della televisione degli anni ’60 gli entusiasmi del boom economico; la televisione torna anche nella sezione “Munari, Carboni e la RAI”, che riguarda l’innovazione grafica della televisione pubblica. Infine, la sezione “Collezione Palma Bucarelli|Segnali”, ossia la collezione di Palma Bucarelli, una delle critiche d’arte più affermate del ‘900, che raccolse tutti i manifesti che riceveva come invito alle mostre di tutto il mondo.
La scelta della Fondazione Cirulli come sede della mostra non è casuale: lo storico edificio, simbolo dell’architettura moderna italiana, è un capolavoro di progettazione, che, nel corso degli anni, si è trasformato in un luogo crocevia d’incontri che ha segnato la storia della cultura visiva e del design industriale del XX secolo e che oggi viene restituito alla città come luogo di creatività e cultura.
Anche a Prato si tiene un’interessante mostra su un classico della letteratura italiana, Pinocchio. Scopri di più nel nostro articolo: Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini