La mostra sarà un viaggio meraviglioso alla scoperta di veri geni di grande talento
Quella dei maestri carrozzieri modenesi è una delle più affascinanti storie del motorismo italiano, ma anche una delle meno conosciute. È la storia di quegli artigiani che con passione e talento hanno dato vita a capolavori ormai leggendari, tanto che le cinque auto più quotate al mondo sono tutte opera loro.
Non sono un artista ma un artigiano
Fritz Lang
Si tratta di carrozzerie modellate completamente a mano, come facevano gli scultori del Rinascimento, avendo come unica attrezzatura una serie di martelli, un pezzo di tronco d’albero, un sacco di sabbia, un paio di cesoie e un piano di lavoro in ferro: un talento che ha elevato la carrozzeria allo stato di arte. La realizzazione di una carrozzeria, in particolare negli anni ’50 e ’60, era un autentico lavoro artistico, un’opera di pura abilità manuale.
Cosa ci rimane, oggi, di quella meravigliosa avventura? Lo sviluppo industriale e l’avvento dei materiali compositi negli anni ‘70 hanno portato questa attività verso il declino, e causato la scomparsa della maggior parte dei carrozzieri modenesi. Ma tutte le loro creazioni
sono finite nelle più prestigiose collezioni private, in tutto il mondo. A Modena non esiste alcun luogo dedicato alla memoria di questa pagina eroica di automobilismo. Nessun archivio dei carrozzieri modenesi è stato conservato. Anche le fotografie sono rarissime.
Come far conoscere alle nuove generazioni un’arte unica, che appartiene a un’epoca ormai tramontata ma che fa parte del patrimonio italiano? Se vigesse nel mondo della carrozzeria ciò che vale in quello dell’arte figurativa, dove le opere sono sempre associate ai loro autori, i nomi di Giancarlo Guerra, Afro Gibellini e Oriello Leonardi sarebbero conosciuti come sono note le varie Ferrari GTO, California o Testarossa che sono nate dalle loro mani all’interno della Carrozzeria Scaglietti. Grazie all’impegno dei tre artigiani appena citati, riconosciuti come riferimento della Carrozzeria modenese, è nato il progetto ModenArt.
Da due anni, Guerra, Gibellini e Leonardi dedicano la loro esperienza, le loro competenze e la loro passione alla realizzazione di una collezione unica al mondo. Essa riunirà le loro opere originali, identiche a quelle da loro stessi realizzate in passato. Tutti i modelli sono stati elaborati con le stesse attrezzature, le stesse tecniche e soprattutto le stesse mani che li avevano modellati allora.
ModenArt vuole salvaguardare questo glorioso patrimonio e permetterà di trasmettere alle generazioni future i più grandi capolavori di stile dell’automobile modenese. Una prima mostra, intitolata “ModenArt: gli scultori del movimento”, verrà inaugurata l’11 ottobre 2019 nella prestigiosa cornice della Chiesa San Carlo di Modena. Allestita dallo storico dell’arte Philippe Daverio e realizzata con il contributo dell’Automotoclub Storico Italiano (orgoglioso di abbracciare un progetto culturale così importante) offrirà la possibilità di scoprire le opere realizzate e firmate personalmente da questi “artisti carrozzieri”: le carrozzerie in alluminio, i manichini e i tipici “filoni”, termine gergale che si riferisce alle strutture in tondino di ferro sulle quali vengono sagomati e posati i fogli di lamiera.
Oggetti che rappresenteranno otto superstar “made in Modena”, come il prototipo della Ferrari GTO del 1961, le GTO 1962 e 1964, la 500 Mondial, la 250 GT Nembo Spider, la Maserati 151/3 e la Cobra Daytona. La mostra sarà per tutti un viaggio meraviglioso alla scoperta di veri geni di grande talento e di altrettanta modestia, protagonisti di una terra e di un’epoca che celebrava la bellezza, la creatività, il sogno e l’ottimismo al punto di fare di una carrozzeria una vera e propria opera d’arte.