Dal 24 giugno al 30 agosto 2020 a San Marco la mostra antologica “Dal Silenzio alla Parola”
Quando si dice Venezia si pensa immediatamente al Canal Grande affollato di gondole, al Ponte dei Sospiri e al teatro La Fenice. Meno spesso la città viene ricordata per essere stata la culla di artisti famosi in tutto il mondo. Lì sono nati molti personaggi di spicco come Tintoretto, Tiziano e Canaletto. A rafforzare lo stretto legame tra l’isola lagunare e l’arte ci ha pensato poi anche Peggy Guggenheim. La collezionista d’arte di origini newyorkesi si è trasferita a Venezia dando vita a un’immensa galleria di opere d’arte moderna visitabile ancora oggi. Inoltre anche l’esposizione internazionale Biennale di Venezia, quest’anno rimandata a causa del virus, sottolinea il connubio città-arte e la moltitudine delle mostre a Venezia che si sono succedute nel corso degli anni.
“Dal Silenzio alla Parola” ha un doppio significato. Parla sia della evoluzione della mia ricerca artistica, ma anche della città di Venezia, che passa da un Silenzio assordante e imposto, all’umanità della Parola. In entrambi i casi parliamo sempre di poesia
– Lorenzo Marini
Mostre a Venezia: fino ad agosto “Dal Silenzio alla Parola” dedicata all’opera di Lorenzo Marini
Anche quest’estate Venezia continuerà ad occuparsi d’arte ospitando una mostra che celebra il percorso dell’artista che ha fondato la corrente della “TypeArt”, liberando definitivamente le lettere. Lui è Lorenzo Marini, un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. In questa mostra a lui dedicata si esalta il legame tra Marini e il capoluogo veneto. Un legame emotivo, ma anche biografico. La sua carriera, infatti, è iniziata all’Accademia di Belle Arti di Venezia prima di avventurarsi nel mondo della pubblicità raggiungendo straordinari successi.
Le trenta opere in mostra dal 24 giugno negli spazi della prestigiosa Fondazione Bevilacqua La Masa ripercorrono una trasformazione di crescita personale durata quarant’anni. Dal nichilismo iniziale alla consapevolezza in divenire dell’ultimo periodo. La mostra parte dalle opere concettuali degli anni ‘90, passando per il Manifesto per la Liberazione delle Lettere e concludendosi con l’installazione di AlphaCube, in cui l’artista crea un’opera immersiva e interattiva. Il punto d’arrivo per ricomporre forma e contenuto, intesi come estremi di un pendolo in continuo divenire, è stato raggiunto da Marini quando ha finalmente unito l’amore per il futurismo allo studio della calligrafia orientale.
La parola come unità fondante del linguaggio e della comunicazione è un concetto che non funziona più, perchè la parola stessa è ormai contratta e stravolta dalla frenesia dello sviluppo socio-tecnologico. Allora Marini risolve il tutto scegliendo di non badare più alla corrispondenza tra significante e significato, ma “solo” a una vicinanza di forma, che determina un nuovo alfabeto. Ma la storia dell’essere umano è un pendolo e con tutta probabilità Lorenzo Marini è già pronto a riflettere sulla prossima oscillazione.