Il fondatore di MrSmith Studio racconta l’ispirazione che si cela dietro i loro progetti
Il designer e il fabbro: forse il primo evoluzione del secondo? Sicuramente due mondi paralleli legati al saper fare; in grado di dar forma alle idee, seppur con processi all’apparenza così distanti. Questa prossimità di intenti è stata intuita da Marco Mascetti, quando nel 2004 ha deciso di dare vita allo studio di Consulenza di Design Strategico MrSmith Studio. Perché “smith”, in inglese, vuol dire proprio fabbro. Un modo per costruire un futuro in cui il design svolge un ruolo da protagonista, fin dalle primissime fasi di progettazione.
Un team affiatato e di successo, quello di MrSmith Studio, che negli anni ha collezionato collaborazioni di rilievo: da quella con Calligaris per la linea di sedie Basil, a quella con Ferrero, per bicchiere Silos di Nutella®. Abbiamo chiesto di raccontarci il segreto per un lavoro di successo al fondatore, Marco Mascetti, e alla sua più stretta collaboratrice Silvia Bassani Antivari, che si è unita allo Studio nel 2019.
Il designer usa la forza della creatività e le stesse mani per plasmare un’idea
-Marco Mascetti
Come è nato MrSmith Studio?
MrSmith nasce nel 2004 quando, ancora studente, fondai uno studio che mi permettesse di presentarmi alle aziende di design con più forza e un nome che fosse riconoscibile: MrSmith, l’alter ego famoso di un giovane designer ancora sconosciuto. Lo studio negli anni è cresciuto in modo organico accogliendo altri designer con competenze diverse, che sposano però la visione d’insieme del progetto. Tra le prime collaborazioni importanti mi piace ricordare FontanaArte, Calligaris e Ferrero.
Il vostro nome è MrSmith Studio e in inglese “smith” vuol dire fabbro. Che analogie vedete tra il mestiere del fabbro e quello del designer?
Ero alla ricerca di un nome che chiunque potesse comprendere e in cui potersi identificare, così è nato MrSmith; accostando l’idea del designer a quella del fabbro, per la capacità di entrambi di creare e plasmare con le mani un’idea. Il fabbro usa la forza del fuoco e dei muscoli, ma senza una conoscenza profonda del materiale e la visione del prodotto che sarà, il disastro sarebbe dietro l’angolo. Così il designer usa la forza della creatività e le stesse mani per plasmare un’idea, ma senza un metodo e la conoscenza della materia umana non sarebbe in grado di soddisfare le esigenze del mercato.
Design As An Input® è il vostro slogan. Che idea si cela dietro? Qual è il messaggio che vorreste trasmettere ai vostri possibili partner?
Il design italiano è spesso e in modo errato concepito come solamente l’ultimo tocco creativo di un progetto. Ora più che mai il design deve essere integrato nel processo decisionale il prima possibile; esiste un vero vantaggio competitivo nel portare il design in azienda nelle fasi iniziali di un progetto, in modo da realizzare qualcosa che sia molto più che bello. Oltre alla nostra creatività noi portiamo sul tavolo il nostro approccio, che coinvolge tutti gli stakeholder di un progetto fin dall’inizio del processo innovativo, rendendo il processo più lineare ed efficiente: questo significa per noi “Design as an input”. Con questo approccio i nostri clienti possono integrare più facilmente innovazioni tecnologiche, ridurre i costi e gli scarti di produzione, accelerare il lancio di un prodotto sul mercato.
La vostra collaborazione con Ferrero vi ha portato numerosi premi e riconoscimenti. Con quale approccio affrontate i progetti che l’azienda vi richiede?
Lavorare con Ferrero è un onore, abbiamo cominciato quando ancora al timone c’era Michele Ferrero che ci ha trasmesso i valori fondamentali del suo lavoro: la conoscenza ed il rispetto del cliente finale, la qualità indiscussa del prodotto e delle materie prime che venivano assaggiate ogni giorno, la sostenibilità e il riutilizzo del packaging. Chi di noi non ha in cucina un bicchiere della Nutella? Così nasce nel 2014 il progetto di “Silos”, il nuovo bicchiere per il formato da 200gr di Nutella, che diventa il primo modello utilizzato da Ferrero in ogni suo stabilimento produttivo in giro per il mondo. Il nuovo design non ha solo un’estetica pulita e moderna, ma pesando meno delle versioni precedenti consente un risparmio di 700 tonnellate di vetro l’anno, senza aver perso in resistenza e stabilità.
Nel 2019 Silvia Bassani Antivari si è unita al gruppo, portando nuova linfa e idee allo studio. Cosa l’ha spinta, Silvia, a entrare in MrSmith Studio? Cosa significa per voi lavorare in team e qual è il valore aggiunto?
Sono ormai diversi anni che applico il design strategico a progetti di comunicazione, aiutando i clienti a sintetizzare concetti molto complessi in messaggi visivi comprensibili.
Tra le collaborazioni amo ricordare Autotorino, Cariplo Factory e lo studio legale Bonelli Erede Pappalardo. Quando il concetto di “Design as an input®” è nato in MrSmith Studio, mi sono resa conto che il mio lavoro è parte fondamentale di quell’approccio. Il mio metodo parte dalle persone, osservo le loro espressioni e i loro movimenti quali espressioni di un’esperienza vissuta e uso questi input per creare empatia tra noi ed il cliente e tra il cliente e i suoi interlocutori. Da lì la progettazione strategica degli strumenti necessari siano essi prodotti, servizi o messaggi.
Per lavorare insieme abbiamo studiato il nostro sistema: osserviamo, ragioniamo e condividiamo. Teniamo ben divisi i nostri ruoli per non andare in sovrapposizione. Non sempre funziona al primo tentativo! Ma provare, sbagliare e migliorarsi è nel DNA del designer.
Avete qualche progetto particolare in cantiere? Quali sogni tenete invece nel cassetto per il futuro?
La pandemia che ci siamo trovati a dover affrontare ha di certo cambiato le carte in tavola. Ora più che mai il designer deve tornare a rispondere alla sua mission di base: “Come posso risolvere il problema e migliorare le condizioni di vita?”. Con questa visione ci stiamo concentrando su più fronti, dal medicale, all’alimentare fino all’arredo. In ambito medicale stiamo sviluppando progetti per sanificatori d’aria, in grado di eliminare virus, batteri ed allergeni sia in ambito domestico che pubblico. Per il settore alimentare, assieme ad una società di ricerca e sviluppo stiamo progettando un sistema di orticoltura industriale indoor che elimina l’utilizzo di erbicidi, pesticidi e concimi. Restando in ambito di design d’arredo, stiamo lavorando su progetti per migliorare le condizioni dello smart-working, altra tematica diventata di estrema attualità. Sogni da tenere nel cassetto? Non è nell’indole del designer tenere un’idea ferma in un cassetto. Dobbiamo fare, sperimentare, testare ed analizzare. Ci sono progetti che sono più immediati e veloci, atri che come il buon vino richiedono anni di affinamento.
Beatrice Anfossi
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