Il team presenta il nuovo naming e l’innovativo progetto “The Kinii”
Con base a Roma e Milano, lo studio Bicuadro Architecture, guidato dai soci Massimiliano Brugia, Valerio Campi e Lucia Catenacci, annuncia il suo rebranding, che da oggi si evolve e muta insieme al loro concept: una visione globale e un’ispirazione locale.
Siamo un gruppo di visionari e innovatori che aspirano a lavorare per rendere il mondo un posto migliore da vivere
-soci fondatori di Obicua
Nasce così Obicua: un nome che rappresenta la sintesi ideale della vision e della portata dell’eclettico team di architetti, improntate tanto all’ubiquità quanto al superamento dei confini, geografici e non solo. Il nome infatti, oltre a richiamare quello dello studio originario, deriva dal latino ubique, “in ogni luogo”.
Il portfolio dello studio include progetti in Europa, Africa, Asia e America in diversi ambiti: dal turistico-ricettivo all’ospedaliero, dal residenziale all’accademico, passando per edifici di carattere civile, commerciale, sportivo nonché complessi multifunzionali. La progettazione di Obicua sposa da tempo la filosofia LEED (Leadership in Energy and Enviromental Design) e un approccio bio-sostenibile, che tiene conto non solo del contesto storico-artistico in cui si va ad operare ma anche di quello paesaggistico.
Già come Bicuadro Architecture, Obicua si è aggiudicata numerosi premi e riconoscimenti mettendo a segno importanti successi in Italia come in Europa. Il team, che ha all’attivo oltre 380 progetti localizzati in 21 paesi del mondo, ha tratto grande esperienza nell’operare in metropoli di paesi emergenti e a più rapida crescita urbana come: Accra (Ghana), Kuala Lumpur (Malesia), Ulan Bator (Mongolia) e Shanghai (Cina).
Uno dei progetti appena conclusi ha portato il team fino in Utah, negli Stati Uniti. È The Kinii (iniziato nel 2014 in America a Salt Lake City), presentato a Milano grazie alle immagini del fotografo Luigi Filetici. Si tratta di un edificio concepito seguendo una logica non invasiva: la sua volumetria – che si estende su un’area di 550 metri quadrati – risulta infatti compatta, per evitare la dispersione del calore. La stessa sagoma segue armoniosamente il profilo del suolo; a questo scopo è stato applicato uno dei più alti protocolli LEED per edifici, il quale prevede la minimizzazione dell’impatto sul lotto e l’ecosistema locale. A completare l’opera i materiali impiegati: legno di cedro rosso americano per gli interni e metallo brunito per i rivestimenti esterni.
Beatrice Anfossi
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