Paradiso del glamour internazionale, la più grande delle isole pontine rivela scorci inaspettati e spettacolari
Vi diranno che Ponza è l’isola dei VIP, dove attraccano gli yacht di Leonardo Di Caprio e Bar Rafaeli, Naomi Campbell e Beyoncé. Dove le sorelle Fendi hanno case strepitose e i reali di Monaco arrivano in incognito. Personaggi che si incontrano a passeggio tra le deliziose boutique di artigianato locale in lino, rafia, paglia, ceramica. Oppure sono vicini di tavolo nei ristoranti che conservano un’eccellente tradizione gastronomica isolana. Di ristoratori che sono loro stessi personaggi da intervistare, come Oreste, titolare di Oresteria e Orerock, che racconta volentieri episodi divertentissimi, aneddoti gustosi come i suoi piatti. Ponza dunque come luogo magico prediletto da VIP di tutto il mondo.
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Ponza cosa vedere nella meta preferita dai Vip di tutto il mondo
Ma chi non ama la mondanità, andrà alla ricerca di una Ponza più discreta e appartata. Ci si allontana dal porto affollatissimo di barche grandi e piccole, di yacht e motoscafi, per salire in alto a scoprire strade panoramiche. E qui mille sentieri invitano al trekking. Ad esempio verso Punta Incenso un sentiero facile immerge nei profumi e nei colori di lentisco, mirto, elicriso, assenzio, caprifoglio, ginestre, orchidee selvatiche. Dall’alto si scoprono, tra agavi e fichi d’India, le ville immerse nel verde, le calette solitarie color smeraldo e acquamarina dove dondolano placide la barche a vela. Arrivati a Punta Incenso, nelle giornate più terse, si intravede un panorama infinito che arriva al Promontorio del Circeo e alle coste del basso Lazio. La forma stretta e allungata di Ponza, frastagliata dai innumerevoli rientranze, produce scorci sempre diversi sia da terra che dal mare. Il mare ovviamente è l’elemento imperdibile da godere a tutte le ore, la mattina da una terrazza, facendo colazione, durante il giorno in un’escursione in barca o in gommone, al tramonto, quando si ritorna in porto e i riflessi dell’acqua si mescolano con i colori pastello delle case.
Le escursioni in barca organizzate dall’ottima Cooperativa Barcaioli Ponzesi portano a scoprire le calette più nascoste e inaccessibili, con scogliere a picco striate di giallo per la presenza di zolfo, o nerissime di pietra lavica, o bianche di calcare scavato da vento e piogge. Spettacolari i passaggi tra i faraglioni, gli archi naturali, le grotte dove ci si infila in gommone per vedere i riflessi azzurro verdi dell’acqua. Un’escursione a parte conduce a Palmarola, l’altra bellissima isola pontina, più piccola e selvaggia, dalla natura integra e fondali marini spettacolari, paradiso per i subacquei. E mentre si intravedono scogli e promontori che potrebbero sembrare tutti uguali, la fantasia rincorre storie e leggende. Perché la maga Circe, nobildonne e principesse rivivono all’improvviso in una roccia, in un enorme disegno a forma di cuore su una parete, in una grotta bizzarra, in un dirupo che tramanda storie malinconiche. Così veleggiare intorno a Ponza significa immergersi in uno scenario incantato che rievoca i miti omerici.
D’altronde quella che Omero definisce Eea, l’isola di Circe, non sarebbe proprio Ponza, secondo le ipotesi di alcuni storici? Ovviamente c’è anche un’altra storia molto più concreta e recente. I Romani, che consideravano l’isola un punto strategico fondamentale per il controllo del Tirreno centrale, hanno lasciato tracce potenti, un lungo acquedotto, enormi cisterne sotterranee per l’acqua, costruite con abilità ingegneristica che lascia senza fiato. E poi ville di personaggi illustri, memorie di un acquario dove erano allevate le murene. Dopo un lungo periodo di oblio e spopolamento, Ponza fu riscoperta dai Borboni di Napoli che alla fine del ‘700 inviarono qui forzati ergastolani, destinati a opere di cave e di miniera.
Non dimentichiamo poi il trentennio del ‘900 in cui Ponza ha visto l’arrivo di confinati politici, poi diventati parlamentari della Repubblica, come Terracini, Nenni, Amendola. In questo mix rocambolesco di storia e leggenda, di personaggi mitici ed eroi politici, c’è una forte continuità. Personaggio unificante è San Silverio, già Papa, morto nel 530 nella vicina Palmarola, patrono a cui l’isola è devotissima. San Silverio è da sempre protagonista di una festa grandiosa che il 20 giugno e nei giorni precedenti richiama tutti i ponzesi, dovunque si trovino, tanto che addirittura arriva appositamente una nave di ponzesi trasferiti all’isola d’Elba. Processione in mare con la statua del Santo, cerimonie a terra da un borgo all’altro, cortei di barche pavesate a festa, canti e racconti e alla fine un grande festoso lancio di garofani rossi per confermare ogni anno la fedeltà a una tradizione e l’orgoglio di una comunità.
Ponza dove mangiare: i migliori ristoranti da provare
Vini e gastronomia
Sebbene piccola, Ponza offre ottime possibilità di soste gustose. D’altronde un’isola frequentata da VIP internazionali, non potrebbe non essere all’altezza di un pubblico esigente e sofisticato. Acqua Pazza, dal 2006 una stella Michelin, appare come un anfiteatro sul mare per godere a pieno di una vista mozzafiato: cucina e allestimento scenografico di piatti di pesce freschissimo, verdure provenienti dai terreni dei contadini isolani, pasta e pane preparati quotidianamente nella cucina. Per accompagnare il menu una fornitissima cantina con oltre 900 etichette, italiane ed internazionali.
Oresteria e Orerock: due ristoranti creativi e pittoreschi, animati dall’allegria di Oreste, storico “chef” dell’isola, prediletto da attori e personaggi glam. Un arredo molto marino e molto originale, con composizioni di legno e conchiglie, dà un tocco easy chic e accoglie per piatti sfiziosi, come la dadolata di orata marinata con arance e capperi, gli spaghetti alle vongole sgusciate con capperi e pane tostato, il filetto di barracuda in padella con salsa piccante.
Gamberi e Capperi: sulla terrazza del Piccolo Hotel Luisa, un menu che viene direttamente dal mare, con il miglior pescato di Ponza. Tra i piatti le famose “Linguine c’o Fellone” tipico primo piatto di Ponza con la Granseola, la ricciola scottata su maionese allo zenzero, i paccheri con aragosta e pomodorino del piennolo.
Sosta da non perdere, durante un’escursione in barca intorno a Ponza, al ristorante La Marina di Cala Feola: qui, pied dans l’eau, si assaporano, tra gli altri piatti, una originale parmigiana di pale di fico d’India e un pesto al finocchietto selvatico. Anche il vino di Ponza merita attenzione, se non altro perché prodotto in vigneti difficili, con una cosiddetta “viticoltura eroica”. Interessante il progetto di valorizzazione di vitigni autoctoni che ha intrapreso l’azienda Casale del Giglio, con la produzione del Faro della Guardia, ricavato dal vitigno Biancolella di Ponza.
Consigli di viaggio
Moltissime possibilità di alloggio a Ponza, che dispone soprattutto di grande varietà di appartamenti e B&B.
Tra gli hotel, da segnalare:
Grand Hotel Chiaia di Luna, con vista spettacolare sul mare di Ponza, affacciato sulla verde baia di Chiaia di Luna (spiaggia o“chiaja” in dialetto napoletano), da cui si ammira un magnifico tramonto.
Grand Hotel Santa Domitilla, famoso per un eccellente Percorso Benessere
Hotel Bellavista, in ottima posizione, a pochi metri dal molo e dalla piazzetta, ha il suo punto di forza nella panoramica terrazza affacciata direttamente sul mare e sui faraglioni.
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Franca D. Scotti