Una mostra a Londra permette di scoprire il più iconico dei giardini reali
Carlo III aveva appena 21 anni quando, nel 1970, tenne il suo primo discorso pubblico sull’ambiente, mettendo in guardia contro le minacce dell’inquinamento causato dalla plastica, dagli agenti chimici, dalle automobili e dagli aerei. Recentemente ha commentato che quelle idee erano considerate “folli” all’epoca, ma oggi sono ampiamente condivise. Mentre si avvicina l’incoronazione e il prossimo Chelsea Flower Show, il più importante evento internazionale dedicato al giardinaggio che si terrà tra sole tre settimane, vale la pena ricordare che Carlo, quando era ancora principe di Galles, ha partecipato alla manifestazione nel 2001 e nel 2002, creando due giardini che hanno entrambi vinto la medaglia d’argento. Del resto, in un vecchio documentario Carlo veniva definito dal noto giardiniere e presentatore televisivo Alan Titchmarsh “probabilmente, il più importante giardiniere reale della storia”. Tuttavia non è sulle questioni di stile che l’attuale re ha dato il suo più rilevante contributo ma, appunto, su quelle ambientali. Se c’è un luogo che più di ogni altro esprime le riflessioni filosofiche di Re Carlo III è Highgrove.
Re Carlo III attento all’ambiente: Highgrove è la sua casa
Highgrove è la tenuta che acquistò nel 1980 nel Gloucestershire. I giardini di Highgrove si possono visitare da aprile a ottobre e accolgono circa 40.000 turisti all’anno. Ma, in vista dell’imminente occasione speciale, fino a fine maggio è in corso a Londra la mostra Highgrove in Harmony: Exploring A Royal Vision, presso la Garrison Chapel a Chelsea. Sono inclusi materiali d’archivio rinvenuti di recente quali fotografie, schizzi e planimetrie, note e corrispondenze del re, che consentono ai visitatori di farsi un’idea senza lasciare la città. Il parco di Highgrove circonda l’imponente dimora in stile georgiano neoclassico, arredata dall’interior designer Robert Kime e dotata di pannelli solari, oltre che di un sistema di filtraggio delle acque reflue. Tuttavia, secondo quanto riferito da Carlo a Channel 5, al suo arrivo era “una giungla” e ci sono voluto un po’ per farsi venire l’ispirazione. Lo spazio ha preso forma poco alla volta, sviluppandosi in una sequenza di stanze declinate in diversi temi. Il Thyme Walk, il celebre viale del timo, è l’elemento più noto e prende il nome dalla variegata selezione di questa aromatica che cresce tra le pietre della pavimentazione, mentre i bordi sono delimitati da due file di tassi dorati potati in forme singolari.
Leggi anche: I distillati del Re: i preferiti della Royal Family
Leggi anche: DIscovering Slovenia, suggerimenti e curiosità su Portorose e Pirano
Carlo III e l’impegno per le pratiche “ecologically correct”
Già a metà degli anni 2000, l’impegno del principe Carlo era ben consolidato, come dimostra il suo libro The Elements of Organic Gardening. Highgrove, Clarence House, Birkhall (realizzato a quattro mani con Stephanie Donaldson e pubblicato da Weindefeld & Nicolson nel 2007), dove ha scritto: “Essenziale nel giardinaggio organico è prendere le cose come vengono”. Successivamente, il Re ha riversato le sue energie in diversi giardini, come Green Park attorno a Buckingham Palace, Llwynywermo nel Galles, la tenuta di Norfolk e quella di Dumfries, con pratiche di agricoltura sostenibile, nota anche per aver fatto da base alla 26° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 2021. Tornando a Highgrove, l’area che probabilmente racconta al meglio lo spirito dei giardini è il Wildflower Meadow, il prato dei fiori selvatici, che è stato anche il primo di 60 “Prati dell’Incoronazione” designati dall’attuale monarca nel 2012 per celebrare il 60º anniversario dell’incoronazione di Elisabetta II. Il Wildflower Meadow è il manifesto perfetto della filosofia “verde” di Carlo III, una deliziosa oasi di biodiversità.