Un percorso di degustazione alla scoperta dei colli bolognesi
Un intero territorio si presenta al Vinitaly 2019 presso il Padiglione dell’Emilia Romagna con un grande percorso di degustazione: circa 120 etichette, che dalla DOC Pignoletto, prodotta nei territori che si estendono da Modena a Faenza, passa alla Colli Bolognesi Pignoletto DOCG, al vertice della piramide qualitativa, e alle tipologie della Colli Bolognesi DOC, Bologna Bianco, Bologna Rosso, Barbera, prodotte nel territorio dei Colli Bolognesi. Si presentano così all’appuntamento enologico dell’anno il Consorzio Vini Colli Bolognesi e il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna, offrendo ai visitatori di Verona Fiere la possibilità di scoprire il 95% della produzione del territorio dove Emilia e Romagna si incontrano.
“I Colli Bolognesi possiedono uno straordinario panorama, oltre che essere eredi di una storia e di un patrimonio culturale unico. Un territorio conosciuto in tutto il mondo per la grande qualità del suo cibo e dei suoi vini, che oggi portiamo al Vinitaly nella convinzione che sapranno conquistare sempre più attenzione da parte del pubblico e degli operatori” – dice il Direttore del Consorzio Vini Colli Bolognesi Giacomo Savorini
Se sul Pignoletto e la sua costante crescita molto è stato detto, i dati 2018 parlano di 14 milioni di bottiglie, con un incremento del 15%, tutti da scoprire sono i vini DOC prodotti nel territorio dei Colli Bolognesi, realtà artigianali di produttori che negli ultimi anni hanno compiuto un decisivo passo nella direzione della qualità. Dal Bologna Bianco, frutto dell’incontro tra varietà internazionali (almeno il 50% Sauvignon) e locali, con la sua miscela sapida, fine ed elegante di aromi intensi di frutta gialla e note minerali, al Bologna Rosso (base minima 50% Cabernet Sauvignon), vino strutturato con tannini eleganti e aromi intensi. E infine la Barbera, della quale i Colli Bolognesi sono la principale area di coltivazione dopo il Piemonte, con le sue versioni frizzante, dal sapore asciutto e tannico, e ferma, quest’ultima sia d’annata che Riserva (con 36 mesi di affinamento dei quali almeno 5 in bottiglia), con i suoi aromi complessi e speziati e il sapore morbido ed asciutto.
“Siamo sempre più convinti – continua Savorini – che la sinergia tra le cantine dei Colli Bolognesi e i grandi produttori del Consorzio Pignoletto sia la scelta vincente per valorizzare prodotti che stanno conquistando sempre più consumatori, sia in Italia che all’estero. Non solo Pignoletto dunque, che è oggi uno dei vini più interessanti della nostra industria vinicola, ma l’intera espressione di un territorio che da sempre è culla della viticultura”.
Un territorio da scoprire anche per la straordinaria notorietà di cui sta godendo a livello internazionale la città di Bologna come meta di turismo slow, in cui il patrimonio enogastronomico gioca un ruolo di primo piano: sempre maggiore è l’attenzione alla territorialità, non solo nel piatto ma pure nel bicchiere, per un’offerta che voglia sempre più mirare ad offrire la piena esperienza del luogo ai numerosi turisti che oggi passeggiano per le vie del capoluogo emiliano romagnolo. Un territorio che negli ultimi anni ha saputo salire alla ribalta della scena vitivinicola nazionale, conquistando sempre maggior interesse e riconoscimenti: come quello di Miglior Giovane Vignaiolo 2019 conferito dalla Guida Slow Wine ad Alessandro Fedrizzi, giovanissima promessa dei Colli Bolognesi.
Filippo Piervittori